Il Territorio

L'imponente castello di Baratuli

baratuli era una grande fortezza strategica da cui si controllava il campidano. Essa passò di mano dai giudici ai pisani fino alla potente famiglia dei bellit. Oggi restano parte delle mura, una cisterna e una fornace

A Monastir le testimonianze di un passato antico e nobile non mancano di certo. Tra queste c’è il castello di Baratuli, costruito su un preesistente insediamento di epoca nuragica sul monte Olladiri. A volerne l’edificazione furono i giudici di Cagliari alla metà del XII secolo, per difendere il Campidano. La sua importanza strategica era immensa perché dalle sue possenti mura si poteva osservare lo spazio per decine di chilometri.

Dopo il crollo del Giudicato, Baratuli passò sotto il controllo dei Della Gherardesca, già padroni dei manieri di Acquafredda e Gioiosa Guardia, e in seguito venne conquistato dalla Repubblica di Pisa che provvide a raderlo al suolo all’inizio del Trecento, probabilmente per evitare che fosse preso dagli aragonesi. La distruzione non risparmiò il vicino villaggio omonimo. Nel 1455 il castello fu venduto al facoltoso Pietro Bellit per 200 lire, passando poi al Marchese di Villacidro.

Il tempo non è stato clemente con Baratuli: ciò che si vede oggi non rende giustizia all’imponenza che caratterizzava il castello nel periodo di massimo splendore. Tuttavia non si può non rimanere affascinati ammirando la base muraria esagonale e il cortile lastricato, la cisterna con volta a botte, la torre e i resti di una fornace. Tra le sue mura, nelle frequenti giornate ventose, sembra ancora di sentire il clangore delle armi e le urla dei soldati.

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