Monastir, la sua storia e la sua ricchezza culturale.
Monastir, ridente cittadina della Sardegna campidanese, deve il proprio nome al catalano Monestir (Monastero), ma risente anche di influenze locali e bizantine. Il suo territorio è da sempre considerato molto generoso e buono per qualunque tipologia di coltivazione. Dal punto di vista storico-culturale questa zona è caratterizzata da diverse testimonianze della presenza umana, già da 6000 anni a.C., tra cui troviamo le case seminterrate dotate di pareti costruite con frasche e argilla, nei pressi di Monte Olladri, Mitza Morta, Cresia is Cuccurus e Baratuli, che le affascinanti tombe a camera di Monte Zara e Is Aruttas. Diverse inoltre le testimonianze di epoca pre-nuragica e nuragica.
Su Cuccumeu esempio di costruzione nuragica da preservare.
Nella zona di Monastir ci si riferisce a Su Cuccumeu come ad una piccola collina, sulla cui sommità sono ben visibili gli antichi filari di un affascinante nuraghe a mono-torre. Sono tante infatti le testimonianze di comunità pre-nuragiche associate alle località di Sant'Iroxi, S'Ollastu e San Sebastiano. Di grande valore storico-culturale anche i sepolcri di su Fraicu e Cresias is Cuccurus con camera a forno, nonché le vestigia di antichissimi edifici in pietra e diversi manufatti realizzati in ceramica, appartenenti ai secoli compresi tra il 1600-500 a.C.. Tali ritrovamenti assodarono l'esistenza di circa 15 villaggi e di ben 4 nuraghi nella zona di Monastir. Altri nuraghi sono arrivati ai giorni nostri molto mal ridotti, tra questi troviamo appunto il nuraghe di Su Cuccumeu, che prende il nome dall'omonimo colle.