le Tradizioni

Monastir medievale: breve viaggio nella storia della città

Alla scoperta del medioevo di Monastir, dal Giudicato di Cagliari a Pisa fino agli aragonesi e al mercante Pietro Bellit.

Per Monastir, il Medioevo è stato il periodo durante il quale ebbe origine l’attuale nucleo urbano. Secondo la versione più accreditata, portata avanti tra gli altri dallo studioso sardo Vittorio Angius, il nome odierno deriva da un monastero dei camaldolesi che sorgeva in località Su Fraigu ovvero su fabbricu, il fabbricato. Secondo un’altra corrente di pensiero, l’etimologia del toponimo sarebbe dovuta al termine sardomuristèni, il luogo deputato alla sosta e al rifocillamento per i viandanti, situato sulla strada che collegava nord e sud dell’isola.

Quale che fosse l’origine del termine, sappiamo per certo che Monastir fece parte della curatoria di Parte Olla nel Giudicato di Cagliari, stato sovrano che conservò per secoli una forte influenza greco-bizantina retto da un giudice e da un consiglio deliberativo detto Corona de Logu. In seguito al crollo di questa entità statale, nel 1258 passò sotto il limitrofo Giudicato di Arborea finché nel 1295 fu ceduta alla Repubblica di Pisa da Mariano II di Arborea.

Durante la dominazione pisana, sul territorio di Monastirerano presenti numerosi centri abitati come villa Nurgi, villa Murta e villa Baratuli, che vennero però abbandonati a partire dall’inizio del Trecento. Nel 1324, gli Aragonesi penetrarono nel cagliaritano dando inizio al Regno di Sardegna e per l’isola ebbe cominciò un periodo di regresso, fra guerre con i pisani ed epidemie sistematiche. Nel 1455 e fino agli ultimi anni del medioevo, Monastir fu concessa in feudo al mercante catalano Pietro Bellit.

 

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