Il Territorio

Monastir, una storia millenaria

Il comune di Monastir (poco più di 4000 anime) sorge nel cuore del Campidano, in un territorio aspro e affascinante che affonda le sue radici addirittura nel Neolitico.
I primi insediamenti nella zona di Monastir risalgono infatti al 3000 a.C., dunque ben prima che si manifestassero altre civiltà che avrebbero poi lasciato testimonianze più concrete del loro passaggio.

L'età nuragica e l'età punico-bizantina
Il patrimonio archeologico di Monastir vanta ovviamente numerose testimonianze del periodo nuragico, fra cui spiccano le Domus de Janas ed i nuraghe di Mitza MortaSu Cuccumeo e is Aruttas.
Resti di epoca punico-romana sono stati invece rinvenuti nella zona di Santa Lucia, nel cuore di Monastir, una splendida area verde al cui interno sorge l'antica chiesa campestre intitolata alla stessa santa.

Dall'età Giudicale al Regno di Sardegna
Con lo scioglimento dell'Impero Romano Monastir passò dalla dominazione bizantina a quella del Giudicato di Cagliari, finché nel 1324 venne annessa al Regno di Sardegna dopo l'invasione degli aragonesi. Nel 1528 fu ceduta ai conti della Gherardesca, per poi passare al comune di Pisa fino al regno Sabaudo, che ne esercitò il potere fino al 186, anno di nascita del Regno d'Italia. Di questo lungo e burrascoso periodo permangono numerose opere come il [strong]monastero dei Camaldolesi, le chiese di San Pietro e Sant'Antonio (XIII secolo) ed il castello duecentesco di Baratuli.

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